Comunità di Maleo

La Comunità di Maleo, situata in via P. Trabattoni,15, attualmente si occupa della Scuola dell’Infanzia e della pastorale parrocchiale, ma costituì la prima casa generalizia delle Figlie dell’Oratorio.

Un po’ di storia…

Dal Blog “La via è aperta”

Maleo è un paese della bassa lodigiana, situato tra le province di Cremona e Piacenza. In questo borgo antico – lo testimonia il suo bel castello – vi è un’agricoltura fiorente. I suoi abitanti, circa 3300, possono ancora godere di un ambiente tranquillo, lontano dai problemi dei grandi centri abitati e, grazie all’instancabile attività delle numerose associazioni (ProLoco, ArteVino, La Fenice, Auser, ecc.) possono fruire di tante iniziative sia culturali che di svago. La religiosità, oltre che dalle sue chiese, traspare anche dalla cura e dal decoro delle numerose cappelle votive con affreschi di immagini sacre, collocate nelle diverse vie del paese.

La storia di Maleo è stata segnata profondamente da due grandi figure di santi che hanno dato una svolta epocale al paese: il Venerabile Monsignor Pietro Trabattoni, parroco per molti anni, e San Vincenzo Grossi che, pur non avendo risieduto in questo paese, ha influito positivamente sulla sua vita sociale e religiosa.

Tutto ha avuto inizio con l’amicizia tra i due sacerdoti nata nella comune frequentazione della canonica di Pizzighettone intorno al 1870. Don Luigi, fratello di don Pietro Trabattoni, era vicario di don Giuseppe Grossi, parroco a Pizzighettone e  fratello di don Vincenzo che in quel periodo era vicario a Gera di Pizzighettone. A quei tempi, le vocazioni nel lodigiano erano numerose e i sacerdoti venivano prestati ad altre diocesi, secondo le necessità pastorali. Così avvenne per don Luigi Trabattoni che passò in aiuto alla diocesi di Cremona, in quella parrocchia confinante col territorio lodigiano. In questo modo don Vincenzo e don Pietro, per motivi di legami familiari, uno col parroco e l’altro con il vicario, ebbero l’occasione e l’opportunità d’incontrarsi spesso. All’amicizia seguì ben presto la stima reciproca e si sostennero vicendevolmente con carità e affetto sinceri nella loro opera a favore del Regno di Dio

A Maleo si diffuse ben presto la fama di don Vincenzo come di un eccellente confessore, di un predicatore esperto e di direttore spirituale molto profondo, tanto da suscitare nei giovani e nelle ragazze il desiderio di consacrarsi a Dio e al prossimo. Da parte sua don Vincenzo non si risparmiava di incoraggiare in questa scelta chi glielo manifestava.

Don Vincenzo volendosi prendere cura delle giovani dei paesi che venivano lasciate in balia di se stesse, preparò delle donne sensibili che, consacrate al Signore, si dedicassero alla formazione di queste ragazze, avvicinandole a Dio. Nel 1883 iniziò così a porre le basi del futuro Istituto, organizzando la prima casa a Regona (Cr), dove era parroco. Fra le prime suore vi era anche Maddalena Fadini, una malerina. Di lei si scrisse che era «una figlia autentica» di don Vincenzo, il quale voleva le sue suore obbedienti, povere, di preghiera ma soprattutto che fossero gioiose, dando loro come protettore San Filippo Neri (è tutto un programma!). Non voleva che portassero una divisa, per poter entrare in tutti gli ambienti ed essere di sostegno e aiuto, sia materiale che spirituale, alle ragazze avvicinandole a Dio Sommo Bene.

Le suore ben presto aumentarono, come pure le richieste dei parroci che cercavano di averle nelle varie parrocchie. Questi fatti convinsero don Vincenzo della necessità di avere una sede di riferimento per la piccola fondazione, una casa dove poter riunire le suore, incontrarle tutte insieme per la formazione e che fosse logisticamente un po’ centrale rispetto alle diverse comunità già aperte. Don Vincenzo acquistò a Maleo una casa chiamata il «Belvedere», e la organizzò non solo per le attività pastorali in aiuto alla parrocchia ma anche per l’accoglienza delle suore. Fu così che questo paese ebbe l’onore di ospitare, anche se molto povera, la prima casa generalizia. Naturalmente Maleo si pregiava di questa scelta, in cui non era estraneo Mons Trabattoni, anche perché quando don Vincenzo  riuniva o incontrava le suore a Maleo, consumava i pasti e pernottava nella canonica del parroco. La popolazione del paese corrispose con numerose giovani che si aggregarono al nascente istituto.

Nel 1887 don Vincenzo ricevette dalla Curia di Cremona l’ingiunzione a sciogliere la fondazione,  Accettò questo ordine doloroso in silenzio, pregando in ginocchio a lungo e alimentando la sua fede. Quando è il Signore che opera nelle persone e suscita desideri di bene, Egli stesso appiana la via pur in mezzo a tante difficoltà e sofferenze. Infatti, in seguito, il Vescovo che aveva grande stima di don Vincenzo, constatò l’importanza dell’opera e approvò la fondazione dell’Istituto Figlie dell’Oratorio. Alle suore che avevano intuito questa sofferenza don Vincenzo diceva che «le opere del Signore devono essere provate; se tutto andasse secondo i nostri gusti, che merito ci sarebbe? … Amate il sacrificio e poi … lasciate fare al Signore! Non abbiate paura degli ostacoli, siate sempre gioviali, questo è lo spirito con cui dovete operare». 

Negli anni della prova gli fu accanto sempre Mons. Pietro Trabattoni, che lo incoraggiò e lo sostenne. I due sacerdoti si aiutavano a vicenda sia dal punto di vista spirituale che nelle necessità materiali. Avevano persino lo stesso confessore. Li differenziava il taglio pastorale: don Trabattoni  era più attento alle problematiche sociali e don Vincenzo alla cura d’anime.
A Maleo le suore di don Vincenzo si dedicavano all’attività dell’Oratorio per la gioventù femminile e nella Scuola dell’infanzia, oltre che nella catechesi. Don Pietro aveva un grande sogno: aprire una casa per ospitare persone anziane sole e malate. Organizzata l’opera della «Piccola casa della Divina Provvidenza» strappò ed ottenne da don Vincenzo che alcune suore prestassero servizio in questa attività anche se non corrispondeva allo scopo dell’istituto a cui aveva dato vita.

Ancora oggi questa struttura è attiva e funzionante, una vera benedizione per  Maleo, ma da qualche anno a causa della diminuzione di vocazioni, le suore hanno dovuto lasciare a malincuore il loro servizio.

Maleo, però, ha il privilegio di avere un’altra comunità di suore, quella appunto che risale alle origini. Qui  le suore, sono presenti ed attive, e custodiscono la memoria di un evento degli inizi che ha segnato lo sviluppo successivo dell’Istituto. Nel 1901, dopo la morte della superiora generale Suor Maria Caccialanza, don Vincenzo riunì in questa casa un gruppo di suore, che dopo aver fatto gli esercizi spirituali, nella preghiera e nella riflessione, elessero la nuova Superiora Generale, suor Ledovina Scaglioni indicata da don Vincenzo a condurre l’Istituto, nonostante la sua giovane età.

Tra gioie e fatiche, l’Istituto continua la sua opera nello spirito di San Vincenzo e qui a Maleo è presente con le suore che collaborano in Parrocchia, nell’Oratorio, nella Scuola dell’Infanzia e anche nell’assistenza spirituale ai pazienti della «Piccola Casa della Divina Provvidenza».

Sulle orme di San Vincenzo vogliamo proseguire il nostro cammino con giovialità!

Grazie San Vincenzo per il tuo sostegno e la tua guida! Ti vogliamo bene.

Le tue figlie di Maleo

Testimonianze

La vita oratoriana /1

Uno dei periodi più sereni che ha caratterizzato la mia “verde età” è stato quello trascorso all’Oratorio “S. Vincenzo Grossi” presso le nostre suore a Maleo.

Ricordo con piacere, i tanti pomeriggi domenicali, trascorsi in compagnia di molte amiche con giochi e tornei di pallavolo, il salto con la corda.. il servizio nella piccola saletta che Suor Jolanda ci proponeva nella vendita dei dolciumi. Tutto questo, dopo la catechesi, che ci univa nella preghiera e aggiungeva alla nostra vita un pizzico di saggezza, un sorso di buonumore, …da condividere insieme.

La vita oratoriana /2

Le Suore FdO hanno sempre fatto parte della mia vita.

Il primo incontro l’ho avuto con Suor Giulia, dal dolcissimo sorriso, che mi ha accolto, allora, all’Asilo Infantile e alla Colonia Estiva parrocchiale di Villa di Lozio.

Cresciuta, ho iniziato a frequentare l’Oratorio dove ho conosciuto Suor Antonietta, dalle mani d’oro, che mi ha insegnato l’arte del ricamo, Suor Iolanda, la dispensatrice dei “bombi”, Suor Cesarina, Suor Anna e la Superiora Suor Maria che alternavano, per noi ragazze momenti di svago fatti d’interminabili partite di palla prigioniera, pallavolo, palla gambe, e salti con la corda a momenti di preghiera e riflessione (il mio primo viaggio in pullman a Lodi l’ho fatto con Suor Maria che ha accompagnato me e le mie coetanee alla Casa madre per un ritiro spirituale!)

Diventata adulta e madre, ci sono state altre presenze importanti nella vita della mia famiglia: Suor Giampiera, Suor Luisa, Suor Giuliana, Suor Michelangela e Suor Franca che, in diversi momenti, si sono occupate, con dedizione, alla crescita dei miei figli.

Un ultimo ricordo personale va a Suor Francesca, a Suor Dolores e a Suor Rosangela con la quale ho condiviso, da ragazza,  momenti belli e di cui ricordo, con commozione, la professione solenne dei voti religiosi.

A tutte, soprattutto alle Suore presenti attualmente nella nostra comunità parrocchiale e alle altre che non ho menzionato, va il mio infinito grazie!

Pinuccia

La vita oratoriana /3

Carissimi, era il lontano 1967, quando come piccola bambina cominciavo a frequentare l’oratorio “Beato Vincenzo Grossi”. Si passavano i pomeriggi tra giochi e attività (ricamo, cucito, maglia, uncinetto, telaio). Erano alcune proposte che ci venivano offerte con grande maestria dalle nostre suore, fedeli al Santo Vincenzo Grossi.

Il tempo passava e anche gli anni e sempre più si potevano fare nuove esperienze. Non scordo però con quanta dedizione nei nostri confronti, le care suore si preparavano per la formazione religiosa, la loro attenzione più assidua era la proposta di fede che dovevano trasmettere.

Durante i giorni trascorsi nella quotidianità potevamo nutrirci dei doni cristiani che ci offrivano: i ritiri di fede a Villa Immacolata, le uscite nei luoghi per conoscere e approfondire la fede, l’ACR, gli spettacoli, le scenette, il canto, la pallavolo e tanti altri sport, estati programmate, ecc.

Non ci mancava nulla e il tempo passava e noi si cresceva. Ora che sono trascorsi tanti anni e forse troppi anni, vivo ancora l’oratorio come catechista, mamma e amica delle preziose suore. A loro va la mia stima ma anche il grazie di tutta la Parrocchia per essere ancora fra noi e donare il loro prezioso tempo, la loro rande generosità.

Al Santo Vincenzo Grossi chiedo che dall’alto le guidi e le protegga ancora per tanto tempo.

Le mie preghiere giungano al Padre Celeste e a Nostro Cristo Signore, allo Spirito Santo perché non faccia mai mancare a questo piccolo paese il grande dono delle nostre preziose suore.

MRosa

La vita oratoriana /4

Giorni splendidi ho passato.

La domenica era il giorno bello e felice.

Le nostre brave suore erano sempre pronte ad accoglierci con il sorriso e il piacere di vederci.

Tutta la squadra si riuniva per decidere quali giochi fare, le suore unite a noi per rendere il gruppo forte; quelle della campagna erano brave, svelte e tanto buone. L’ oratorio, era gremito, festoso, le ore passavano troppo in fretta.

Dopo tanto divertimento, ci si ritirava per la solita riunione dell’Azione Cattolica, era questo il momento spirituale che ricaricava per tutta la settimana.

I nostri giochi erano: bandiera, palla tra due fuochi, palla capitano, l’uomo nero, palla prigioniera, pensare il colore di un fiore e indovinare quale fosse il fiore.

Insomma, ci si divertiva tanto con cose semplici. Che bello! Si tornava a casa soddisfatte e felici.

Anche Papa Francesco dice che il sorriso acquista le anime. Così con il buonumore, le nostre suore conquistarono le vocazioni!! In poco tempo sette o otto di noi siamo entrate a far parte dell’Istituto Figlie dell’Oratorio. Oggi il mondo è cambiato ma tante brave ragazze si trovano ancora. Coraggio, fiducia, con le mani giunte e la speranza, daranno buoni frutti!

Maddalena

Cresciute insieme a Villa Immacolata

Parlare della nostra esperienza a Villa Immacolata significa, per noi, tornare indietro di una decina di anni, ai tempi in cui frequentavamo la scuola media.

Come tutte le adolescenti, non vedevamo l’ora di fare le prime vacanze senza i genitori e così, non appena le suore dell’oratorio hanno proposto alle ragazze della parrocchia di Maleo gli esercizi spirituali a Villa Immacolata, non abbiamo perso l’occasione!

Ben presto, però, ci siamo rese conto che quella che stavamo vivendo era molto più di una semplice settimana al lago, lontane dalle nostre famiglie: era una di quelle esperienze che aiutano a sentire il Signore vicino, riconoscendolo anche nel volto delle persone accanto. Molte sono, infatti, le figure che hanno segnato le nostre settimane estive a Villa Immacolata: da suor Franca a suor Michelangela, guide spirituali e allo stesso accompagnatrici nei viaggi in treno, alle altre suore della struttura e ai sacerdoti presenti, tutti pronti ad accoglierci e a sostenerci nelle esperienze vissute. Ultime, ma non per importanza, sono state le ragazze che abbiamo conosciuto nelle diverse estati, ben presto diventate nostre amiche.

La cornice di tutto ciò è stata la grande casa e il suo immenso giardino, ricco di scalinate e angoli nascosti, in cui amavamo trascorrere il tempo libero oppure i momenti di riflessione più individuali; il tutto inserito nello splendido scenario del lago Maggiore.

Molti sono, quindi, i ricordi che ci legano a Villa Immacolata: le compagne di stanza, gli spettacoli e i balli alla sera in giardino, le messe animate, le gite sul lago, il saluto della suora prima di addormentarci…, tanti, diversi momenti che ci resteranno sempre nel cuore!

Ancora oggi ringraziamo le suore per averci aperto le porte di Villa Immacolata, un luogo che ci trasmetterà sempre gioia!

Antonella, Francesca, Giovanna, Greta e Vanessa