Festa di San Filippo Neri  – 26 maggio 2023

Festa di San Filippo Neri                                                              26 maggio 2023

Istituto Figlie dell’Oratorio (Casa Madre – Lodi)

Omelia di don Franco Badaracco

Nel dare il nome “Figlie dell’Oratorio”, San Vincenzo Grossi vi ha collocate nel solco della spiritualità di San Filippo Neri. Siete state fondate avendo Lui come Protettore particolare ed è anche da ritenersi l’ispiratore per il vostro carisma di Figlie dell’Oratorio.

* Quali gli atteggiamenti che S. Vincenzo mutuò dalla spiritualità di S. Filippo?

In particolare, tre: la semplicità, l’umiltà e la gioia.

  • La semplicità

Questa caratteristica fondamentale di S. Filippo è riconducibile alla semplicità evangelica, per la quale ai piccoli si riconosce l’appartenenza al Regno di Dio.

Così il vostro fondatore voleva che le sue figlie spirituali fossero semplici, perché la semplicità è la caratteristica di Dio.

Nella conferenza del 12 agosto 1980 scriveva: “Dio è tutta semplicità e odia, in modo cordiale, ogni menzogna e doppiezza … Dunque: occhio semplice!”

  • L’umiltà

L’altra virtù caratteristica della spiritualità di san Filippo, che Vincenzo Grossi propose alle sue Figlie, è l’umiltà, quell’umiltà di cui Filippo aveva molto parlato e, soprattutto, praticato e fatto praticare. Era solito dire: “Figliuoli, siate umili, state bassi: siate umili, state bassi”.

Questa virtù ebbe un’eco molto ampia nella vita spirituale di don Vincenzo tanto che fu definito da un suo confratello “Pazzo d’umiltà” (cfr “Summarium super dubbio”, o.c, &672).

E volle che l’umiltà costituisse uno dei punti cardini della formazione delle sue figlie ritenendola “il fondamento dell’edificio spirituale e la prima delle virtù” (cfr conferenza umiltà).

  • La gioia

La gioia è il distintivo della personalità e spiritualità di S. Filippo Neri. È sua l’affermazione: “Figliuoli, state allegri, state allegri. Voglio che non facciate peccati, ma che siate allegri”.

Come per Filippo, anche per la Figlia dell’Oratorio, secondo san Vincenzo, la gioia non doveva essere solo esteriore, ma doveva scaturire dall’incontro con Dio e dalla familiarità con Lui.

Egli in una lettera scriveva: “Melanconia mai, allegria sempre anche quando la va male” (27 agosto 1906).

In una conferenza disse: “Quando siamo gioiosi tutto ci riesce bene” (conf. I fiori dell’altare).

La conferma di questo la troviamo in un’altra lettera autografa in cui S. Vincenzo, rispondendo ad una suora che forse era affannata e lamentosa scrive: “Avanti sempre, allegra, contenta nel Signore, anche con una grossa croce in spalle e senza brontolar mai … Ed allora Salsomaggiore sarebbe stato un Paradiso, Codogno il giardino dell’Eden, Maleo un luogo di villeggiatura…” (Lett. Aut. A una sorella, ASIL, Cof. 4 B).

 

* In questo giorno, per voi di festa perché gustate la bellezza delle origini, vi è chiesto di rinnovare la gioia di appartenere alla famiglia delle Figlie dell’Oratorio, confermando la fede nel Signore risorto che qui vi ha chiamate.

La fede è gioia, è il sapore dolce e allegro della vita, è il percepirsi avvolti nell’immenso amore di Dio!

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