Don Mario Monti e la sua relazione con le Figlie dell’Oratorio
Da “Il Cittadino” del 26 agosto 2017
Sono don Mario Monti sacerdote di Milano: saluto i lettori di questa bella rivista e inizio il mio articoletto con tre date: quest’anno, l’ 8 aprile ho compiuto 75 anni; sempre quest’anno il 28 giugno ho raggiunto 50 anni di sacerdozio; e nel 2010 si é manifestata la SLA (quella malattia che colpisce i muscoli), infatti sono in carrozzina, sono stato operato alla trachea e mi nutro con un tubicino collegato allo stomaco: però posso parlare e ancora ricevo persone per le confessioni.
Con queste righe vorrei ricordare – e soprattutto ringraziare il Signore per la vocazione e perché mi ha fatto incontrare le Suore “Figlie dell’Oratorio” che ricordano il primo centenario della nascita in cielo del loro santo fondatore: San Vincenzo Grossi.
Sono nato in via Ennio al n. 15 e al n. 16 della stessa via c’era (e c’è ancora) la comunitá delle Suore che gestiscono l’asilo e le varie attività della parrocchia di S. Pio V.
Sono nato in piena guerra (1942) ultimo di 5 figli di genitori portinai e appena ho avuto l’età giusta ho frequentato l’asilo di fronte a casa come i miei fratelli (Marisa, Franco, Graziella e Giuseppe)… e più avanti la nipote Laura e… più avanti le pronipoti Elisa e Mariam!
Naturalmente non ho ricordi di quegli anni… ma mi raccontavano che ero un bimbo “terribile” (come tutti i bimbi) e più di una volta le brave e pazienti suore mi tenevano anche oltre l’orario normale perchè la mamma era sempre molto indaffarata tra famiglia, portineria e problemi della guerra…
Anche i miei fratelli, sorelle e nipoti ricordano quegli anni dell’asilo con riconoscenza e gratitudine verso le Suore.
Invece è molto chiaro il ricordo (forse nell’ultimo anno di asilo) che quando si usciva per tornare a casa le Suore “sfilavano dalla cintura” un Crocifisso (legato a un lungo cordoncino) e ce lo facevano baciare… e probabilmente con quello ci benedicevano prima di uscire e di darci le ultime raccomandazioni di “fare i bravi” (naturalmente le Suore non avevano l’abito di oggi!).
Ho una bella foto-ricordo fatta davanti alla Cappellina della Madonna nel grande cortile… tutti (maschi e femmine) col grembiule bianco.
Per grazia del cielo i bombardamenti non hanno interessato nè asilo, nè Chiesa e nemmeno la mia casa.
Il contatto con le Suore è ripreso per me nel 1990, quando ero cappellano all’0spedale Fatebenefratelli, a pochi passi dal corso Garibaldi dove le Suore avevano un convitto per le ragazze (dove ho celebrato qualche Messa). Tra queste suore c’era una brava Sr. Alfa Boschetti (andata in paradiso nel luglio 2009) che aveva conosciuto in Via Ennio mia sorella Graziella che stava morendo per un tumore proprio nel mio ospedale.
Sr. Alfa è venuta più volte a visitarla (con grande sua gioia) prima che la morte arrivasse il 13 marzo del 1990.
Con questo breve scritto desidero ringraziare la superiora generale, Sr. Rita Rasero per la possibilità che mi ha dato di esprimere la mia riconoscenza a tutta la Comunità delle suore per il bene fatto e che faranno ancora – con l’aiuto di San Vincenzo – a favore della gioventù nel mondo intero. (Ho visto con piacere le foto delle celebrazioni fatte a S. Pio V quando la parrocchia ha accolto solennemente il corpo del Santo).
San Vincenzo benedica tutti noi…. “conceda pace al mondo, concordia alle famiglie, conforto a chi soffre, prospettive di futuro per le nuove generazioni, fervore ai sacerdoti, spirito di comunione alle parrocchie, e a tutti fede robusta, speranza certa e carità attiva, per procedere speditamente verso la pienezza della vocazione cristiana”. (Ne ha da fare!!!)